Estate mite che non accenna a fare scherzi strani, decido di iscrivermi alla 24 ore del Montello! Obbiettivo personale, 600km, nessun obbiettivo di classifica.
Sorpresona!!! una settimana prima della gara le temperature e l’umidità iniziano a schizzare in alto e la mia pressione a schizzare in basso. chi mi conosce sa quanto soffro fisicamente il caldo
Morale della favola, mi sono trovato al via della 24 ore completamente scarico e assonnato, con zero voglia di gareggiare e con vesciche e bruciature da erba velenosa ad un braccio che prudevano da matti col sudore, ma ormai ero lì, ho dato la mia parola.
Ai primi giri mi facevano male tutte le articolazioni e i muscoli, ma tenevo duro facendo solo una brevissima pausa per cambiare borraccia, poi l’inferno, le pause al gazebo si sono allungate vertiginosamente e l’acqua a non bastare mai durante il circuito, non riuscivo a prendere il ritmo e avevo continuamente dolori nuovi, ero testa e occhi dentro l’orologio, contavo le ore che mancavano al tramonto, pensavo continuamente cosa avrei fatto esattamente 24 ore più tardi, i festeggiamenti e le coccole con la famiglia a casa al fresco con un buon bicchiere, la grigliata, la grappa…
Ogni tanto raggiungevo Sarah e, vedendo come pedalava, dentro di me gioivo perché già sentivo profumo di maglia di campionessa europea, di notte avrebbe fatto furore.
Finalmente scende il sole, l’aria diventa leggermente più respirabile, Giuliano ai box mi dice che son terzo (eh?) e che quindi dovevo pedalare ininterrottamente fino al mattino (te pareva, mai una scorciatoia in questo sport) ma ritrovo ritmo ed entusiasmo, e la marcia riprende costante.
Vedo i lampi in lontananza, studio le nuvole e capisco che sta arrivando, verso l’una e mezza il primo temporale, un grosso spavento per una saetta caduta in un vigneto poco distante dalla strada nel mentre che stavo passando, ai box non mi potevo fermare o mi raffreddavo, quindi cambio borraccia, qualcosa sotto ai denti, una parola di conforto a Sarah che si era sentita male ed era stata costretta a fermarsi e via.
Fino al mattino ha continuato a piovere, a volte pensavo a cose belle, alle mie donne che a quell’ora dormivano ma comunque stavano facendo il tifo, che tutto sommato ero fortunato ad indossare abbigliamento Ph da quest’anno, il confort è migliorato di molto in entrambe le gare che ho fatto nonostante le condizioni difficili.

Altre volte nella mia testa cercavo scorciatoie tipo “se dietro mollano posso fermarmi a riposare” “magari arrivo ai box e mi dicono che il quarto ha forato e posso chiudere gli occhi 10 minuti, sono stanchissimo basterebbe poco” ma nei momenti di lucidità ero consapevole che non ha senso sperare nella fortuna e che bisogna lottare per un traguardo, ormai quello dei 600 km era sfumato per le troppe soste fatte di giorno, ma il terzo posto era lì a portata di mano!
Ore 8:30 circa, chiudo il giro e vado in gazebo da Roberto e Sarah, potevo fare un altro mezzo giro prima dello scadere del tempo (9:04) in caso di necessità, secondo i conti avevo chiuso il 15esimo giro (mi si era scaricato il gps e avevo perso completamente la cognizione dei chilometri) e scopriamo che ho invece chiuso il 17 esimo ed ho un giro di vantaggio sul quarto…mi fermo qui, 570km metà dei quali fatti arrancando in mezzo all’afa asfissiante in un tracciato che non è proprio consono alle mie caratteristiche , dai, posso dire che è stata decisamente una gran bella sfida soprattutto contro i miei limiti fisici, prima o poi succederà di ritirarmi, ma stavolta no, non ho mollato, Festeggiamo!

Mauro Dall’Igna
#ilfolle